Il pronto soccorso pediatrico è in alto mare!

La Simeup (Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica), in collaborazione con il gruppo di studio Obi/Pronto soccorso, dopo aver effettuato un’attenta analisi su 188 strutture sanitarie munite di Unità Operativa Complessa di Pediatria e ubicate sul territorio nazionale, è giunta alla conclusione che la maggior parte degli ospedali testati non è in grado di offrire un servizio di pronto soccorso a “misura di bambino”. È emerso, infatti, che le visite ai piccoli pazienti del pronto soccorso solo raramente vengono effettuate dai medici specializzati in pediatria, mentre, nella maggior parte dei casi, sono affidate al personale del pronto soccorso generale.

I suggerimenti della Simeup per migliorare lo status quo

In primo luogo la Simeup consiglia di prediligere la formula del day hospital nel caso in cui ci si trovi di fronte a patologie che richiedono di essere monitorate per un tempo più lungo. D’altra parte sarebbe anche opportuno favorire una migliore integrazione ospedale-territorio, in modo tale da poter trasferire a casa i pazienti per i quali è possibile escludere gravi complicanze e/o evoluzioni della malattia, ma comunque garantendo loro un’adeguata assistenza a domicilio. In questo modo sarà possibile decongestionare i reparti di emergenza, potendo offrire una migliore assistenza a coloro che ne hanno effettivamente bisogno. Anche la gestione del trasporto in ospedale, a detta della Simeup, meriterebbe di essere razionalizzata. Innanzitutto i trasporti del 118, ovvero il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica, dovrebbero garantire ai pazienti pediatrici il massimo della sicurezza e dell’efficienza (i tempi andrebbero significativamente ridotti!) soprattutto quando li si trasferisce da una struttura sanitaria all’altra. Contestualmente sarebbe altrettanto opportuno che il personale del 118 fosse adeguatamente preparato al riconoscimento e alla stabilizzazione del bambino che si trova in condizioni di emergenza.

Un commento

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  1. Vivo in una splendida isola dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ma di umano, in ambito sanitario, non ha niente. Le gestanti sono costrette a recarsi fuori per visite e per partorire ,vi lascio immaginare quando c’è maltempo e non si può usufruire dell’elisoccorso,non a caso ho partorito a Roma, per non parlare che l’unico pediatra viene dalla terra ferma e visita su 7isole. Spero che la salute di mamme e bambini vengano al primo posto e chi ha potere per cambiare le cose si dia una mossa