Autismo, una risonanza prevede se il neonato è a rischio

Sono tante le mamme che almeno una volta nella vita, vuoi per un sorriso mancato, vuoi per un gesto un tantino atipico, hanno creduto, spesso sbagliando, che il proprio figlio fosse affetto da autismo. Ma se l’occhio attento delle mamme il più delle volte prende un abbaglio, la scienza medica è invece in grado di garantire una diagnosi precoce di questa malattia ancora misteriosa. In che modo? Guardando il cervello di un neonato di età compresa tra i 6 e i 12 mesi con una risonanza magnetica che permette di stabilire, con una certa precisione, se il bambino si ammalerà di autismo oppure no. Ma scopriamo di più su questo esame.

Autismo prevedibile già da neonati: esame e studio

Consapevoli dell’alta probabilità che in presenza di un bambino autistico in famiglia anche i fratelli minori siano esposti al rischio di sviluppare lo stesso disturbo, gli esperti della University of North Carolina-Chapel Hill hanno messo a punto uno studio per osservare il cervello dei neonati con fratelli autistici al fine di ricercare segnali precocissimi della malattia. Dallo studio è emerso che i bambini con superficie cerebrale iperespansa nel primo anno di vita hanno più alte probabilità di manifestare i sintomi dell’autismo tra i 2 e i 3 anni di età. In base a questi risultati si potrebbero quindi prendere in considerazione interventi molto più precoci e in un certo senso preventivi della malattia stessa, che aiuterebbero a ridurre i sintomi del disturbo e a migliorare nettamente la qualità di vita dei soggetti autistici e dei loro familiari. Insomma, sempre meglio di niente, no?

 

4 commenti

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  1. Si ammalerà? No beh… io queste cavolate non le tollero… un bimbo nasce autistico, non lo diventa!!!! Non è un un’influenza ma purtroppo una cosa genetica!!! Almeno i titoli scriveteli con decenza !!!!