Acne nel neonato: un disturbo possibile?

Eccolo lì il nostro bimbo, tutto carino, profumato, con quella pelle morbida, rosea… e poi: panico! Ha delle brigole, dei foruncoli… e adesso?

Questa è una delle prime reazioni di una neomamma, specialmente se al primo figlio, alla vista di quelle brigoline rosse o gialle che decorano la pelle del viso (e talvolta anche delle spalle e della schiena) del nostro piccolo angioletto.

Cosa sarà? Come faccio a farle andare via? Ci si chiede.

La risposta alla prima domanda è molto semplice. Quelle brigoline che vediamo sulla pelle del nostro bambino sono proprio acne, come quella che viene agli adolescenti.

E proprio come succede ad un adolescente, sono le ghiandole sebacee ad otturarsi, provocando così la comparsa di brufoli e piccoli punti neri.

Perché viene l’acne al neonato?

Proprio come nella fase adolescenziale, anche in questo caso i responsabili della comparsa dei fastidiosi puntini sono gli ormoni, primi fra tutti quelli materni, che per nove mesi sono passati attraverso il sangue dalla mamma al neonato; si pensa, però, che anche gli ormoni del neonato possano talvolta essere responsabili di questo disturbo.

Cosa fare in caso di acne neonatale

Assolutamente niente. Il bambino in realtà non soffre per questo problema e non ne è infastidito, la questione è solamente estetica. Il disturbo, che di solito compare verso la terza settimana di vita (ma può presentarsi già alla nascita), si risolve da sé, una volta che l’organismo del piccolo abbia eliminato dal proprio organismo gli ormoni in eccesso.

Anche la mamma, se sta allattando al seno, non deve preoccuparsi di modificare la propria alimentazione, perché non è il latte materno ad influire su questo disturbo.

L’unico accorgimento da tenere è mantenere la pelle del bambino sempre pulita, lavandolo con acqua e detergenti delicati, evitando di strofinare la pelle per non irritarla ulteriormente. Non serve neanche usare creme particolari; anzi, quelle troppo pastose (come la crema per il cambio) rischiano di peggiorare la situazione.

7 commenti

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  1. Al mio secondo figlio è successo la stessa cosa, soltanto che, invece di diminuire sono aumentati sempre di più fino al punto che ne aveva anche negli occhi e tutte le pellicine che contornano le unghiette si gonfiarono e si staccarono. Allora, spaventatissima, mi rivolsi ad un pediatra specialista in allergologia che diagnosticò un’intolleranza al lattosio.

    • Si. Ringraziando Dio quel pediatra diede al mio bambino, che oggi ha quasi 18 anni, una cura che in 10 mesi lo rigenerò. Fino a qualche anno fa aveva ancora qualche fenomeno sporadico di eruzione cutanea, ma oggi posso dire che mio figlio può mangiare tutti i derivati del latte senza problemi, anche se va con attenzione.