La sindrome di HELLP: l’esperienza di Mamma Norma

Come già detto in un altro articolo, la sindrome di HELLP è una rara patologia della gestazione che mette a repentaglio la vita di mamma e bebè. Norma, mamma di Niccolò, che oggi ha quasi 9 anni, ci  racconta la sua esperienza.

Sindrome di HELLP, l’esperienza di una mamma

Hai avuto particolari problemi durante la gravidanza che facevano sospettare qualcosa?

“La gravidanza di Niccolò era stata molto tranquilla, durante la gravidanza avevo avuto solo una leggera bronchite durante il primo trimestre, risolta senza complicazioni e in otto mesi avevo acquistato appena 8 kg. Tutto procedeva alla grande, tanto che avevo deciso di lavorare anche durante l’ottavo mese, con l’autorizzazione della mia ginecologa. Ricordo che la Dpp era prevista per l’8 Maggio. Mancavano circa quindici giorni quando andai a fare i prelievi di routine previsti per l’epoca gestazionale era il 16 Aprile e il ritiro era previsto per il 22 Aprile. Il giorno dopo iniziai ad avere un fastidioso mal di stomaco, ma non essendoci la mia ginecologa, che al momento si trovava in ferie fuori dall’Italia fino al 25 Aprile, mi rivolsi ad un’altra dottoressa, che mi tranquillizzò dicendo che probabilmente si trattava di virus gastrointestinale.”

Che sintomi hai avuto?

“I giorni successivi, mentre ci accingevamo a terminare i preparativi per l’arrivo di Niccolò, pitturando la cameretta, mi accorsi di avvertire molta stanchezza e di aver perso quasi completamente l’appetito. Inoltre mi affaticavo subito e avvertivo un peso nella parte superiore dell’addome. Mio marito preoccupato, cercava di convincermi ad andare a fare un controllo in pronto soccorso,  ma io, avendo già avuto un altro parto (sono mamma anche di Greta, di 13 anni), conoscendo bene la differenza tra contrazioni e mal di stomaco, mi rifiutai categoricamente di andare fino al lunedì 20 Aprile, quando, dopo aver visto dei filamenti di sangue, mi spaventai e decisi di correre in reparto nel più vicino pronto soccorso ostetrico. Niente faceva pensare ad una diagnosi così critica, e ad oggi pensando ai sintomi, ricordo solamente stanchezza, un peso metallico alla bocca dello stomaco, totale inappetenza e vomito.

Come hai scoperto di essere affetta da questa patologia?  

“Arrivati in pronto soccorso il medico di turno iniziò a visitarmi e a fare tutti gli accertamenti del caso, cercando di capire a cosa fosse dovuta la perdita di filamenti macchiati di sangue. Il collo appariva chiuso e non c’erano segni di travaglio avviato, la situazione era molto ambigua. Il medico mi chiese le ultime analisi, ma dovendole ritirare il 22 non erano disponibili. Lui riuscì a visionarle grazie al programma dell’ospedale e appurò che dalle analisi del 16 Aprile era tutto ok. Non tranquillo, decise di ricoverarmi e di rieseguire tutti gli accertamenti. Mi chiese inoltre se per caso avessi vomitato sangue: avevo sì rimesso, ma non ricordavo di aver visto tracce di sangue. Il medico sembrò illuminarsi a quella risposta, mi assegnò una stanza e mi fece riposare. Intorno alle 2 di notte iniziai ad avere contrazioni dolorose e mi avvicinai in sala travaglio per un controllo. Le infermiere mi attaccarono il cardiotocografo (tracciato) e il medico irruppe nella sala, ordinando di staccare immediatamente tutto e di prepararmi alla sala operatoria, perché avevo 34 piastrine su 140.000 e doveva immediatamente interrompere la gravidanza. Mi disse che non capiva come fosse possibile che io fossi ancora cosciente e che avevo una patologia chiamata HELLP, che dovevano intervenire subito senza perdere un minuti di più. Il medico mi chiese se potevo chiamare mio marito e farlo arrivare in velocità, ma non riuscì a vederlo prima di entrare in sala operatoria… Erano le 2:15, il primario urlava di accelerare i tempi e nella confusione durante la corsa in sala operatoria ricordo che caddero delle bocce di flebo in terra, distruggendosi, un’infermiera aveva gli occhi velati di lacrime e io faticavo a capire cosa stesse succedendo. Mi fecero firmare le carte per l’autorizzazione e anestesista e infermiere cercavano di tranquillizzarmi e consolarmi, parlando della mia prima bambina. Erano le 2:15, ricordo un grande freddo e poi il buio totale, fino alle 7 del mattino. Dopo neanche mezz’ora, alle 2,37, il primario aveva fatto nascere Niccolò.”

Qual’è stato il primo pensiero quando ti sei svegliata? 

“Mio marito e il primario mi raccontarono la gravità della situazione solo dopo aver superato i momenti critici, e solo allora capii il motivo delle lacrime dell’infermiera, la notte in cui è nato Niccolò. Il primario per permettermi di rimettermi in forze e ristabilirmi serenamente, mise a mia disposizione una delle stanze a pagamento: la convalescenza fu rapida e, per fortuna, senza conseguenze. La mia fortuna è stata essere visitata da quel medico,che nonostante la patologia sia rara e poco conosciuta, ha voluto vederci chiaro fino alla diagnosi. Probabilmente, in altre circostanze, altri medici non sarebbero stati capaci di ricollegare i sintomi e la conta piastrinica alla sindrome di HELLP. Se non fosse stata diagnosticata subito e mi avessero lasciata in travaglio, io sarei morta dissanguata e Niccolò avrebbe subito conseguenze tremende.”

Niccolò ha subito qualche conseguenza?

“Nonostante sia nato con venti giorni di anticipo ed entrambi abbiamo rischiato grosso, Niccolò non ha subito nessuna conseguenza ed è un bellissimo bambino sano, sveglio e intelligente. Alla nascita fece uno screening per lo studio di alcune malattie rare e proprio per via della patologia mi fu impedito di donare il cordone ombelicale, esaminarono anche la placenta e a due anni dal parto, feci screening per trombofilia, senza rilevare alcun problema. Quando Niccolò sarà grande dovrà far presente di questo problema, ma per ora non è un problema. Io riesco anche a donare il sangue, senza nessuna conseguenza della patologia, che si risulta fatale e pericolosa soltanto durante la gestazione.”

13 commenti

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  1. Anch’io ho avuto sindrome di heelp alla 24 esima settimana sono andata in ospedale per un mal di stomaco fortissimo!! È stat bravissima la ginecologa di turno a capire che era sindrome di heelp !! Mi trasferirono all’ospedale del ponte a Varese velocemente le mie piastrine erano solo 6000!!
    Alla sera alle 22,38 è nata la piccola Roberta a 6 mesi e pesava solo 410 gr prima di addormentarmi per il parto cesareo mi dissero che se viveva aveva solo il 5% di sopravvivenza e che non sarebbe arrivata a 600 gr! Dopo 5 mesi e mezzo di terapia intensiva neonatale di cui 3 mesi e mezzo intubata Roberta è uscita dall’ospedale dopo anche intervento per retinopatia ora pesa 5 kg e 15 gr ha 4 mesi di età corretta e sta bene
    È stato un vero miracolo!! Ringrazierò a vita l’ospedale del ponte per aver salvato me e soprattutto il personale della terapia intensiva hanno salvato la mia principessa

  2. Anche io ho avuto la sindrome di help…nn avevo più piastrine e nn le producevo più…ormai mi avevano dato per spacciata ma miracolosamente io e mio figlio che oggi ha 14 siamo sopravvissuti a tutto questo…tutto si dimentica

    • Ciao Laura, spero anch’io di dimenticare un giorno. Confido nelle tue parole perché adesso, a distanza di due mesi dal parto, sono ancora traumatizzata daLa sindrome di Hellp.