La seconda gravidanza: sorprese, domande e allattamento

Mentre scrivo, sono in attesa che nasca la mia seconda bimba. Aspetto e aspetto. La mia data presunta è scaduta, come un barattolo di yogurt. Mi avevano tutti rassicurata che, questa volta, avrei partorito prima, invece, come per la prima, all’attesa si aggiunge altra attesa.

Alle volte, soprattutto la mattina, quando mi alzo stanca per le notti intermittenti a causa della febbre della mia primogenita, mi domando se sia o meno pronta ad una nuova bambina.

Mi domando come farò, tra due bimbe piccole e le normali incombenze che spettano a chiunque a prescindere, a stare in piedi. Certo, sono curiosa e felice, ma l’attesa, più che darmi conforto, arrivata a questo punto, mi mette più ansie ed interrogativi che altro.

La seconda volta, tutte ci dicono sia più semplice, perché già sappiamo. In realtà, però, ci viene spesso ribadito che ogni gravidanza è diversa, ogni parto è diverso, ogni figlio è diverso. Per cui, se tanto mi dà tanto, non si può mai dire – manco al quarto figlio- di essere pronte e sicure al 100% su ciò che ci aspetta.

Io, ad esempio, non so come vivrò l’allattamento. La prima volta non ho allattato. Ero preparatissima e convintissima di farlo, poi, un parto particolarmente difficile e una lunga degenza, mi hanno impedito di allattare. No, non l’ho presa bene. Tra un consultorio ed un altro, un confronto ed un altro, venivo rasserenata sul fatto che non vi fosse nulla di drammatico o raro in ciò che stavo vivendo. Io, però, essendo alla mia prima esperienza e sconvolta, come ogni neomamma, dai grandi cambiamenti e dalle quotidiane sorprese, ma anche difficoltà, non riuscivo ad ascoltare. Non vivevo bene quella che, allora, vedovo come una mancanza.

Ci sono voluti mesi ma, alla fine, mi sono rasserenata. Ho visto anche i benefici che poteva darmi il latte artificiale. Mia figlia non ha avuto influenze, o malattie, come temevo. Lei è cresciuta bene, forte. Io, come mamma e come donna, sono cresciuta in termini di sicurezza. Non mi sono mai sentita giudicata, né ho giudicato. Sono stata serena.

A brevissimo, abbraccerò la mia secondogenita. Mi faccio mille domande: come sarà il parto, come sarà lei e come sarò io, cosa proverò. Tra gli interrogativi, mi domando se, questa volta, allatterò, in caso positivo come sarà, come lo vivrò, se sarà facile o difficile. Se è davvero la cosa più naturale del mondo o se avrò bisogno di supporto.

Questa volta, però, di una cosa sono certa: allattare è importante, ma non necessario o determinante, per creare un legame speciale, o per far crescere meglio un figlio.
Forse è, sotto questo punto di vista, che le successive maternità sono più facili: abbiamo maggiore certezze sul fatto che, comunque, vada, andrà bene.

16 commenti

Rispondi a Alessandra NocerinoCancella risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. Io sono stata fortunata ho allattato la mia prima figlia per 13 mesi adesso il maschietto e più attaccato che mai al seno ed ha 12 mesi fra pochi giorni ed io ho 45 anni ..però dipende anche dai bambini da quanto tirano…

  2. Io lo ho attaccato al seno ed è una bella esperienza ora sono nuovamente in attesa e spero di fare lo stesso e molto legato il mio cucciolo a me è veramente una bella esperienza x chi lo fa e x chilo deve fare

    • Ci spiace però leggere questi commenti, anche perché le mamme che hanno commentato questo articolo della blogger, non hanno scritto questo…

    • Ci hanno girato attorno spiegando la loro ostinazione a dover allattare a tutti i costi nonostante il neonato mangiasse gia dal biberon e nonostante vari problemi…. convinzioni come quella che il legame si crei solo allattando sono x mio conto da preistoria…. il legame lo crei mettendolo al.mondo e amandolo più di te stessa….nn certo mungendoti fino a farti sanguinare

    • cara Alessandra, permetti di dissentire: hanno raccontato la loro esperienza. È risaputo che il latte materno è il miglior nutrimento per il neonato e sono da lodare le mamme che nonostante le difficoltà cercano comunque di allattare al seno. Oltretutto la parola “mungere” non ci sembra appropriata ed offensiva: perché tutto questo livore nei confronti delle mamme che allattano? Rispettiamo la loro scelta!

  3. La mia è stata in tin e non l ho vista se non uscita dall’ospedale…chiaramente abituata al biberon non si attaccava…. la mia prima bambina…ho faticato molto da sola a casa nessuno che mi ha aiutato come hanno avuto la possibilità le altre in ospedale…stanca morta ho insistito anche andando contro al pediatra non davo l aggiunta…. ho sofferto si…abbiamo sofferto ma ora ha 13mesi e tutte da sole siamo ancora attaccate al seno….non ascoltate nessuno solo voi stesse e non mollate mai

  4. Che belle parole, io non ho potuto allattare la mia bimba, e ne ho sofferto molto, ma se avrò la possibilità di avere un secondo bimbo, farò di testa mia, gestirò l’ allattamento a modo mio solo con istinto e la poca esperienza del primo, sicuramente so cosa devo fare, non ascoltare consigli e pareri sbagliati, e poi in ogni caso se andrà di nuovo male, lo vivrò comunque più serenamente, non più come un fallimento!!!

  5. Finalmente qualcuna come me.Prima figlia avevo il capezzolo piatto e rientrante e non riuscivo ad allattare.ho usato il paracapezzolo ma dopo essermi snervata e stufata ho mollato.prima del paracalezzolo mi hanno fatto provare la ginnastica x il capezzolo e infine la siringa senza ago…non vi dico com’ero tra palle girate e dolore.ora ho appena avuto il mio secondogenito e ovviamente stesso problema.ma stavolta sono arrivata preparata in ospedale con il paracapezzolo.contro il parere dei medici li ho usati (il mio piccolo prendeva anche LA in quanto è nato al limite del peso da prematuri).non ho mollato,ho insistito,ho iniziato a fare metà poppata col paracapezzolo e metà senza e ora sono qui che allatto ancora e il mio piccolo ha 7mesi.ho latte,il capezzolo è fuori e viviamo bene.nonostante ho allatato poco la mia primogenita siamo comunque molto legate. Anche se ero preparata al secondo figlio a volte sono più apprensiva xke appunto è nato piccolo.