Neonati: il gusto si sviluppa nel grembo materno

Fin da subito, i neonati riescono a distinguere i quattro sapori principali (dolce, amaro, salato e acido) mostrando una netta propensione verso tutto ciò che è dolce. Il senso del gusto, infatti, si sviluppa già nel grembo materno e prosegue per tutta la vita.

Il gusto: il più sviluppato di tutti i sensi

Molti studi sui neonati hanno rilevato un altissimo indice di gradimento verso i sapori dolci.  Dagli esperimenti compiuti, infatti, si è notato che i bebè reagiscono sempre con le stesse espressioni del volto: quando ingeriscono una soluzione di acqua e zucchero, il loro visino diventa subito rilassato e soddisfatto. Entrando in contatto con un gusto aspro (come l’acido citrico), i neonati serrano le labbra e lo rifiutano. Per ciò che riguarda le soluzioni dal sapore amaro o salato, invece, non sono state osservate particolari reazioni, anche se, in alta concentrazione, il gusto amaro viene decisamente respinto. Ciò si avverte soprattutto tra i 14-180 giorni, in altre parole quando il bebè ha fatto ampiamente esperienza del sapore dolce del latte materno.

Una questione evolutiva

Alcuni scienziati rintracciano in un fattore evolutivo la preferenza verso i sapori. Dal punto di vista dell’evoluzione, ad esempio, un gusto dolce è associato a una fonte di energia, non ritenuta nociva e sicura da mangiare. Al contrario, un gusto amaro è indice di un alimento probabilmente dannoso e quindi da evitare. Anche per gli atri sapori sembra che sia avvenuto un percorso evolutivo simile. Il sapore salato, che generalmente inizia a svilupparsi tra il 4° e il 6° mese, può indicare la presenza di minerali (e dunque positivo), mentre un sapore acido può mettere in allerta l’organismo da alimenti avariati.

Il fenomeno della salsa bernese

Una volta che un alimento o un sapore vengono accettati, questi possono determinare le preferenze verso nuovi alimenti o sapori. E se il gusto di un alimento è legato a sensazioni negative, si può manifestare il cosiddetto fenomeno della salsa bernese”: il rifiuto per quel cibo può continuare anche per tutta la vita.

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