Nanit: come monitorare il sonno dei neonati

Uno dei problemi più grandi dei neogenitori è riuscire ad affrontare la mancanza di sonno che spesso li affligge. Durante la notte, infatti, i bebè si svegliano frequentemente con la conseguenza che, al mattino, mamma e papà sono stanchi e irritabili. Anche se è un evento più che normale e transitorio, non sarebbe una cattiva idea trovare una soluzione che renda più dolci le notti dei genitori. Detto fatto: arriva Nanit!

Cos’è Nanit?

Nanit è il nome di una startup israeliana che ha inventato un dispositivo straordinario in grado di monitorare le notti dei più piccini. L’azienda produttrice definisce quest’invenzione come la “Tesla dei baby monitor” e non solo per la super tecnologia di cui si avvale, ma anche per il costo, non proprio alla portata di tutti. Si tratta di una videocamera notturna, da installare sopra la culla (ma anche su un tavolo o un altro appoggio), che riprende il neonato sia durante il sonno che nelle sue attività diurne. Il mattino seguente, poi, il device mostra ai genitori un punteggio ricavato in base ai movimenti compiuti dal bimbo durante la notte precedente, così da compendere meglio quali situazioni e/o comportamenti da adottare per aiutarlo a trascorrere un sonno sereno.

Uno strumento completo e affidabile

Grazie al sensore di movimento di cui è dotata, Nanit avvisa i genitori quando il bebè si sveglia, attraverso delle notifiche inviate direttamente sul loro smartphone, così da tenerli sempre aggiornati sullo stato sonno/veglia del loro pargoletto. Il dispositivo, inoltre, possiede anche una rilassante luce notturna, una dolce musica in grado di calmare il piccolo e favorirgli il riposo, un sensore di umidità e uno di temperatura

Nanit, ovviamente, è entrato in competizione diretta con tanti altri baby monitor, tra cui un’altra geniale invenzione nata sempre in Israele, la famosissima Baby Sense, un dispositivo che sfrutta la videoregistrazione per monitorare la respirazione dei neonati, avvisando i genitori in caso di apnea notturna. 

6 commenti

Rispondi a Federica GiorgioniCancella risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *