Le mamme italiane fra le meno felici d’Europa

Avere figli è sempre fonte di gioia? Essere mamme e papà ci fa sentire più felici e soddisfatti? Se per gli uomini la risposta è solitamente univoca per le mamme italiane non possiamo dire la stessa cosa, per le donne la questione è più complessa.

Il benessere soggettivo delle mamme : quelle italiane sarebbero le più tristi d’Europa

A indagare sulla percezione della maternità a livello psicologico da parte delle donne è uno studio inserito nel progetto “Swell-fer – Benessere e fecondità”, coordinato dalla professoressa Letizia Mencarini. Il progetto ha ricevuto un finanziamento di oltre un milione di euro da parte del Consiglio europeo della ricerca e nel 2019 ha pubblicato le sue conclusioni.

Per ora, fra i dati più interessanti che ne emergono c’è quello sulla felicità, o meglio sulla non felicità, delle mamme italiane, che sarebbero fra le più tristi d’Europa. Le motivazioni di questo malessere vanno ricercate nella carenza delle politiche sociali, che nel nostro paese rendono difficile la vita alle neo mamme, ostacolando la conciliazione tra famiglia e lavoro. Anche il cosiddetto “maternal wall”, ovvero la penalizzazione diffusa delle mamme lavoratrici nella loro carriera.

L’Italia si distingue infatti negativamente in Europa per il suo ampio divario di genere nell’occupazione, che supera i 20 punti percentuali, secondo l’Istat. Tale divario ha ripercussioni significative sulle madri lavoratrici, che risultano essere le più penalizzate da questa disparità.

Anche i dati sulle dimissioni volontarie delle neo-mamme non sono incoraggianti: nel 2023, le dimissioni di 44 mila neo-mamme dal lavoro ha evidenziato le sfide nell’equilibrio tra maternità e professione, aggravate dalla mancanza di supporto dei partner.

Il legame tra benessere delle mamme e tasso di fertilità

Ma questa ricerca non si limita ad indagare le motivazioni di questo “malessere” percepito dalle mamme: infatti l’argomento principale, come si evince dal titolo “Benessere soggettivo e fecondità” è proprio che il benessere soggettivo (il SWB) potrebbe essere l’anello mancante per interpretare il divario tra tassi di natalità tra i diversi paesi europei.

Per le donne, infatti, il rapporto fra gravidanza e felicità dipende molto dal contesto sociale e – perché no – dalla realizzazione personale: stando ai dati dello studio, solo nei Paesi sviluppati, dove sono diffuse politiche a sostegno della maternità, le mamme sono davvero felici. Verrebbe da constatare, allora, che sotto questo punto di vista l’Italia non è poi così “sviluppata” (o quantomeno all’avanguardia), se è vero che le nostre mamme sono meno felici non soltanto rispetto a quelle del Nord Europa (Finlandia, Danimarca, Svezia, Islanda e Norvegia), ma anche rispetto alle madri delle più vicine Francia, Spagna, Olanda e Germania.

Alessandra Minello, esperta in Demografia, sottolinea l’importanza di rivedere il concetto di maternità nel nostro paese e aspirare a modelli di parità di genere, ispirandosi appunto a nazioni come Norvegia e Finlandia, dove la qualità della vita e il welfare per le famiglie sono tra i migliori. Miglioramenti strutturali, quali politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia, congedi parentali adeguati, servizi per l’infanzia di qualità e uguaglianza salariale, sono essenziali per cambiare la cultura e consentire alle donne di non dover sacrificare la carriera per la maternità.

Per invertire il dato e migliorare il benessere delle donne la strada è una sola: intervenire a livello sociale per diminuire la disparità uomo-donna e fare in modo che la scelta della maternità non significhi rinunciare alla propria realizzazione personale e lavorativa.

 

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