La routine mattutina di una mamma

Sono le 11.30 e sono in pigiama. Ovviamente il sopra ed il sotto sono spaiati. Invernale il sotto, estivo il sopra.

Sono le 11.30 e, mentre scrivo, ravano in fondo alla busta dei biscotti salati, alla ricerca di qualche superstite, mentre il bicchiere di yogurt, mangiato poco fa, è in bella vista sul tavolo, in attesa di essere buttato.

Sono le 11.30 e mi sono, molto faticosamente, conquistata una semilibertà. Mia figlia è riuscita a prendere sonno, senza risparmiare urla, pianti, faccette rosse, tra sbadigli, ed occhi che volevano chiudersi, ma non riuscivano. Mentre spiavo se dormiva, si è mossa di improvviso e mi sono letteralmente buttata sul pavimento, per non essere vista. Ho guadato l’uscita con una rapidità ed una abilità che solo un marines o una madre possono avere.

Sono le 11.30 e non so di quanto silenzio potrò godere, per poter: dare un’occhiata alle statistiche del mio blog, scrivere questo pezzo, e mettere giù idee per degli articoli che dovrei consegnare fra un paio di giorni; ritrovare il calzino rosso che ho perso quando ho steso i suoi vestitini; fare il letto; svuotare la lavastoviglie; preparare qualcosa per pranzo; cambiarmi perché, alle 15.30, devo scappare dal dentista.

Sono le 11.30 e rovisto tra le briciole dei biscotti perché non ho fatto colazione. Il caffè stamattina si è rovesciato tutto sul pavimento, sul tavolo, e sugli avambracci, e sono ancora tutta appiccicata, perché non ho avuto il tempo per lavarmi.

Ci sono mattine in cui fila tutto liscio e, noi mamme, siamo felici mentre spingiamo il passeggino al sole. E poi, invece, ci sono mattine come questa, in cui non sai da quale parte girarti, e sei solo all’inizio della giornata.

Ci sono mattine in cui tuo figlio ha aperto la bocca mentre gli facevi assaggiare la mela; ed altre in cui ci sono evidenti tracce di mela sulla sua fronte, in mezzo ai suoi occhietti, sulle sue guance, ma in bocca nada. Te l’ha serrata come se gli avessi proposto un narcotico.

Ci sono mattine facili e mattine difficili. Ma, in fondo, sono le mattine che ci aspettavamo (vabbè, non proprio così) e che sono uguali per tutte (me la racconto, ma non credo).

E, alle 11.30, hai più cose in comune con un marines che con una gazzella ed il suo leone. Quella è una storiella da dilettanti. Tu, ogni mattina, sai che dovrai correre più veloce di qualsiasi mammifero e che sarai comunque in ritardo. Che l’unica che mangerà di sicuro sarà tua figlia e che altro che la savana, il tuo unico ambiente sarà la cucina. Tra pigiami mimetici ed un veloce rancio, la battaglia tra te ed il lungo elenco delle cose da fare, è appena iniziato!

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