Da quando sei mamma, qual è la cosa più difficile?

Ieri mattina una mamma sui social lanciava un sondaggio: da quando sei mamma, qual è la cosa che ti riesce più difficile?

Ieri mattina una mamma sui social lanciava un sondaggio: da quando siete diventate mamme, qual è la cosa che vi riesce più difficile?

Una risposta abbastanza gettonata è stata: tenere la casa.

Ma “tenere” nel senso di fare le pulizie… o di ristabilire la dignità dopo le avventure degli infanti? Perché, nel mio caso, stirare non stiro, lavare a terra non lavo (certo non tutte le settimane, insomma), i vetri hanno visto ben più di due stagioni senza un vetril, e le lenzuola le cambiamo quando diventano beige. Riuscire a intravvedere la fisionomia del salotto sotto un esercito di pupazzi e coperte, stickers, libri e fogli misti, però, è effettivamente impresa ardua che mi costringe a un intervento decisamente frequente.

Altre, variegate, risposte, sono state: uscire la sera (perché, si può uscire?), andare dal parrucchiere (ma non hai perso tutti i capelli in allattamento, tanto?), fare sport (non ti basta correre dietro ai figli?) etc.

La mia, istintiva frase da reduce di operazioni interrotte da Isabelle, è stata: andare in bagno.

Ma, ancora, non sono stata abbastanza realistica. Vogliamo parlare di dormire, fare sesso, fare una doccia, mettersi uno smalto? Eppure… sentivo di mancare il clou, il centro dell’intera questione.

Leggere? Scrivere? Prendere il sole in spiaggia? Quasi.

Ci sono: mangiare senza interruzioni! Fuochino.

Parlare senza interruzioni: sfondi una porta aperta. Ma ancora no…

Metterli tutti d’accordo, fare la spesa senza che i commessi s’incazzino perché i figli prendono le scale mobili al contrario, viaggiare in auto, viaggiare e basta. E che diamine, detta così sembra che la maternità sia una sala di tortura.

Avere un momento da sola, poter stare seduta senza alzarsi ogni minuto. Il silenzio…

Mi arrendo. E il nucleo della questione mi sale a galla senza uno sforzo: poterci non essere. Questa è la cosa più difficile. Poter non rispondere quando ti chiamano a squarciagola e continuano a farlo finché non gli dai ciò che chiedono. Poter non pensare a loro per un attimo. Staccare, per un solo istante, dalla responsabilità.

Riuscire a trovare che, dentro, esiste ancora quella ragazzina che pensava solo a sé stessa. Per un attimo: esistere, pensarsi “senza”. Tanto per rassicurarsi che siamo ancora noi.

Invece la maternità ti scuote nell’epicentro. E, forse, questo potere è il suo miracolo.

49 commenti

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  1. Pensarsi ‘senza’,senza altra responsabilità che me stessa, e ripensarsi ‘con’ per scoprire un nuovo epicentro dopo la/le scosse. E riuscire a ritrovarsi tutta intera e moltiplicata. (E dormire,dormire,dormire.)

  2. La cosa più difficile…conciliare il lavoro abbastanza impegnativo con casa, compagno e bimba… ma ancora di più capire cosa fare dopo che il mio orario di lavoro tornerà full e oltre il full…

  3. Da quando sono diventata mamma di 2 gemelle è difficile senza l aiuto di mia mamma che x mia fortuna mi è stata sempre vicino…certo è difficile farmi una doccia più lunga del solito…mangiare…ordinare…. ma non m importa…
    Ho 2 splendide bambine e me le voglio coccolare dopo 1 mese in Tin e Ricoveri
    Non rinnego la mia vita di prima assolutamente anzi le avrei volute anche prima…non importa se non esco…
    I loro occhi felici m riempiono il cuore!!!! Amo loro e sono completamente innamorata…1 amore incondizionato…e voglio godermi ogni singolo attimo io non so cosa riserva la vita…ma ad oggi voglio solamente le mie principesse di casa!•♡•

  4. Andare al bagno ,farsi la doccia, lo shampoo, e mangiare con calma e in orari consoni. Poi non di dorme e quando cala il sonno lei si sveglia per la poppata!!! Ma non importa!!!ce la posso fare!! Auguri a tutte le mamme per l’impegno e l’amore infinito che danno ai propri figli