#iovaccino: lottiamo contro la disinformazione

A Bologna, nei primi giorni di ottobre, una bambina è morta di pertosse dopo il ricovero in ospedale. Aveva 28 giorni: la famiglia disperata e i medici non se ne fanno una ragione, perché si trattava di una malattia praticamente debellata.

Non appena la notizia si è sparsa, si sono riaccese immediate discussioni che non dovrebbero nemmeno esistere: tra chi vaccina e chi non lo fa.

L’immunità di gregge

Tra le molti voci che si sentono in giro, quella più ridicola è che comunque il vaccino non sarebbe servito, perché la bimba era troppo piccola per farlo. E questa, senza dubbio, dimostra la grande ignoranza che c’è sul tema: perché il valore del vaccino non è solo quello legato all’effetto sul singolo, ma quello legato all’immunità di gregge.

In una popolazione esistono persone che, magari perché allergiche, per malattie pregresse o perché appena nate, non possono essere vaccinate. Esse sono comunque protette dalle malattie perché hanno intorno persone vaccinate, che fungono da barriera.

Se i figli di chi non vaccina non si ammalano, è perché intorno hanno bambini vaccinati, che proteggono anche loro. Ma quando una persona non vaccinata si ammala, mette a rischio la salute e la vita dei malati e dei neonati che ha intorno.

#iovaccino

Per fortuna, accanto a genitori che si lasciano trascinare da siti che cavalcano la disinformazione, ce ne sono altri che invece vogliono proteggere i propri figli, e così è nata su Facebook la campagna “Io vaccino, no alla disinformazione” con l’hashtag #iovaccino.

Non solo: sono in discussione leggi che impediscano ai genitori di iscrivere i figli a scuola se non dimostrano che sono stati vaccinati e che vadano a colpire i pediatri che sconsigliano le vaccinazioni.

Gli effetti collaterali dei vaccini (che in nessun caso sono legati con il discorso autistico) sono rarissimi: molto meno rare sono le tragedie che possono colpire i bambini, se non li proteggiamo con i vaccini adeguati.

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