INPS e maternità anticipata: ecco come fare

Congedo parentale e maternità anticipata

Alcune categorie di donne lavoratrici nel periodo della loro gravidanza hanno il diritto di poter richiedere ed ottenere, parallelamente al congedo parentale, anche la maternità anticipata.

Maternità anticipata: a cosa aver diritto

Se da un lato tutte conosciamo, almeno per sommi capi, i termini e le caratteristiche del congedo parentale obbligatorio, ovvero quel periodo di riposo obbligatorio che l’azienda concede alle donne in gravidanza a cavallo tra gli ultimi mesi prima del parto e quelli subito successivi dalla nascita del bambino, dall’altro è molto fumoso il cosiddetto istituto della maternità anticipata, ovvero l’ulteriore periodo che l’Inps offre ad alcune specifiche categorie di future mamme.

Un periodo che può iniziare sin dal primo giorno in cui si scopre di essere incinta, il tutto senza che la retribuzione venga intaccata drasticamente.

In questo periodo, infatti, come accade durante il classico congedo, lo stipendio percepito è pari all’80% di quanto presente solitamente in busta paga.

Maternità anticipata: le categorie aventi diritto

Ma quali sono le casistiche per cui è possibile accedere a questa speciale categoria?

Innanzitutto per motivazione legate ai rischi della gravidanza, tutte le donne possono richiedere la maternità anticipata.

Il che significa che in caso di complicanze gravi o di patologie che mettono a rischio la salute generale della donna e del feto, l’Inps riconosce questo tipo di beneficio.

Ma non è tutto: a costituire ragione per l’ottenimento della maternità anticipata ci sono anche le condizioni di lavoro che potrebbero mettere in pericolo la salute del feto o della madre: si può quindi essere esentati dall’Inps a lavori che prevedono il contatto con sostanze potenzialmente nocive o dannose in gravidanza. Infine si può ottenere la maternità anticipata anche in caso di lavori di fatica o che prevedono sforzi, seppur brevi, di particolare intensità.

Sollevare o trasportare pesi, per una donna incinta, è tutt’altro che positivo: in questi casi, come in quello precedente, tuttavia, il datore di lavoro può anche optare per il trasferimento momentaneo ad altre mansioni aziendali non pericolose.

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