Idrotorace fetale: come si diagnostica e quali sono i rischi

Una normale ecografia di controllo, dalla dodicesima settimana di gravidanza in avanti, potrebbe rivelare l’accumulo di liquido nei polmoni del feto, in particolare nella pleura: questa patologia – piuttosto rara – è nota come idrotorace fetale e può avere diverse cause e diverse evoluzioni.

L’accumulo di liquidi nel torace può interessare un solo polmone o entrambi e può trattarsi di una situazione transitoria, che si risolve spontaneamente col passare del tempo, oppure di un problema più grave, che potrebbe richiedere un intervento di chirurgia fetale.

Quali rischi

L’idrotorace fetale può causare crescita ridotta dei polmoni, scompenso cardiaco ed essere l’anticamera per lo svilupparsi di liquidi che dai polmoni vanno ad accumularsi anche in altre parti del corpo, come l’addome o il tessuto sottocutaneo, provocando degli edemi.

Le cause

I fattori che determinano l’insorgenza dell’idrotorace fetale sono molteplici e non sempre è possibile individuarne una causa specifica. Se in alcuni casi la patologia è isolata, in altri il quadro clinico è più complesso: l’idrotorace, allora, può essere una manifestazione della sindrome di Down o di altre sindromi cromosomiche e non (come la sindrome di Noonan), di infezioni, malattie del sangue, lesioni toraciche e polmonari o tumori che ostruiscono i vasi sanguigni e linfatici.

Il primo e più importante passo per scoprire e affrontare questa patologia è affidato ai diversi esami diagnostici che la medicina di oggi mette a disposizione, dall’ecografia all’ecocardiografia fetale, dall’amniocentesi agli screening ematologici ed invettivologici.

L’ intervento chirurgico 

In rari casi (pari a circa il 5-10%), quando l’idrotorace è grave e comporta il rischio concreto di arresto cardiaco, è necessario un intervento di chirurgia fetale che dura circa mezz’ora ed è poco doloroso (per la mamma il fastidio è simile a quello provato durante un’amniocentesi). Il feto viene sedato, in modo che non si muova, e si procede inserendo nella pleura dello stesso un catetere per il drenaggio dei liquidi.

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