Gravidanza: un aborto su quattro si può evitare

Nel 2013, quasi il 30% delle interruzioni volontarie di gravidanza è stato registrato in donne che già avevano affrontato un’esperienza analoga. Per evitare quanto più possibile il ricorso all’aborto, l’Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) dà il via a un progetto finalizzato a una più attenta informazione contraccettiva.

Serve più informazione per le donne in gravidanza

Il progetto dell’Aogoi, quindi, nasce proprio con l’intenzione di prevenire le interruzioni volontarie di gravidanza ripetute, offrendo un programma di sensibilizzazione rivolto agli operatori dei centri italiani. Questo sarà incentrato sull’importanza della corretta informazione anticoncezionale post-IVG, così da raggiungere un maggior livello di consapevolezza. Nel Nostro Paese, al contrario di quanto avviene in altre nazioni della Comunità Europea (come nel caso della Francia) i contraccettivi non sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale, a parte alcune eccezioni particolari. Considerato l’elevato tasso d’interruzioni di gravidanza ripetute, ciò che pare evidente è che in Italia il ricorso all’aborto sia considerato come una via d’uscita cui ricorrere in assenza di un’informazione adeguata. Ciò va contro le direttive prescritte dalla legge sull’aborto 194/78 secondo cui, quando una donna decide di abortire, è obbligatorio renderla assolutamente consapevole della sua scelta. Cosa che raramente avviene. Per rimediare a questa scarsità d’informazione, il progetto Aogoi prevede un miglioramento dei centri IVG, attraverso l’aggiornamento dei suoi operatori e la distribuzione di materiale informativo. 

Aborto: contro le IVG ripetute

Gli elementi portanti di questa iniziativa sono dunque non solo la salute e il benessere sessuale, psico-fisico e riproduttivo della donna, ma anche la valorizzazione della professionalità degli operatori dei centri IVG. L’Associazione, infatti, prevede che il progetto contribuirà alla diminuzione del tasso delle IVG ripetute, combattendo il fenomeno all’origine. Stando a quanto auspicato, il programma dell’Aogoi potrebbe contribuire sia a una diminuzione significativa del numero di aborti ripetuti sia a un miglioramento delle condizioni psicofisiche della donna che eviterebbe, in tal modo, l’evento frustrante e traumatico di un’altra interruzione di gravidanza.

 

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