Editing genetico: embrioni umani “usa e getta”

Un gruppo di scienziati del Francis Crick Institute di Londra, guidato dalla dottoressa Kathy Niakan, ha ottenuto il permesso di utilizzare tecniche di modifica genetica sugli embrioni umani allo scopo di comprendere meglio non solo le dinamiche della fecondazione, ma anche le cause dell’infertilità e dell’aborto spontaneo. Nessuno degli embrioni sarà trasferito in donne: potranno svilupparsi e dopo di che saranno distrutti.

Genetica: tecniche di editing genetico e ottimizzazione dell’embrione

La Niakan ha spiegato che l’obiettivo di questi studi è di riuscire a individuare quali siano i geni indispensabili affinché un embrione umano si sviluppi correttamente dando origine a un bambino sano. Per fare ciò, il team scientifico si servirà di embrioni umani (tutti provenienti da donazioni) che saranno utilizzati per analizzare in modo più approfondito il momento della differenziazione cellulare, ovvero quando l’embrione raggiunge lo stadio di blastocisti. Attualmente, infatti, i meccanismi che regolano questo processo sono sconosciuti, ma è noto che in questa fase della gestazione alcune porzioni del DNA umano sono molto attive. L’esperimento, quindi, sarà incentrato sull’attivazione e disattivazione selettiva di determinati geni in modo da scoprire quali siano i più importanti nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. Lo studio, quindi, potrebbe rivelarsi utile nel comprendere le condizioni favorevoli al corretto sviluppo dell’embrione, migliorando le tecniche di fecondazione in vitro e limitando le probabilità di aborto.

La prima volta in Europa a sviluppare studi sulla genetica dell’embrione umano

Già nel 2015, tuttavia, i legislatori britannici si erano espressi a favore di un’altra ricerca mirata alla creazione di bambini esenti da difetti genetici a partire dal DNA di tre persone, per evitare di ereditare malattie potenzialmente letali.

Le polemiche sui fatti inglesi, ovviamente, non mancano: in molti si stanno chiedendo dove condurranno questi studi e se in futuro non saranno utilizzati come spunto per creare dei “superbimbi” su misura. In attesa di nuovi sviluppi, la Gran Bretagna è diventato il primo paese ad ammettere l’impianto di embrioni geneticamente modificati in donne.

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