Il diritto dei feti abortiti ad una degna sepoltura

In Veneto, da un paio d’anni, tutti i feti abortiti entro le 20 settimane di età possono ricevere una sepoltura e qualora non provvedano i genitori naturali è possibile che l’azienda sanitaria se ne possa occupare a proprie spese. Le recenti introduzioni legislative di questa Regione stabiliscono inoltre il diritto alla sepoltura di tutti i bambini senza tener conto del tempo di gestazione trascorso, ed un’altra importante novità riguarda la possibilità di effettuare una richiesta non solo da parte dei genitori ma anche da parte dei parenti fino al secondo grado.

L’autorizzazione alla sepoltura fetale

Per quanto riguarda le procedure relative al seppellimento dei feti è necessario richiedere i resti del bimbo all’ospedale insieme a tutti i permessi per il trasferimento al cimitero presso la ASL di competenza. È consigliabile rivolgersi sempre al Comune per fissare le modalità di seppellimento più opportune, in questo caso il Veneto autorizza il diritto alla sepoltura fetale mentre in molte regioni italiane i bimbi che muoiono prima della ventesima settimana di gestazione sono considerati come rifiuti speciali e quindi vengono smaltiti e bruciati negli inceneritori.

Grazie a questo particolare trattamento offerto dalla regione Veneto è possibile donare una rassicurazione alle madri nell’affrontare un evento drammatico come questo. La morte del figlio è un evento in ogni caso doloroso e la perdita di un feto durante la gestazione è significativa per una madre comportando una serie di conseguenze fisiche e psicologiche, dare la possibilità di offrire un estremo saluto alla creatura che si è portata in grembo per un periodo più o meno breve costituisce un sostegno non indifferente per elaborare il lutto.

La Regione Veneto ha quindi dato il via alle sepolture dei feti e la speranza è che anche le altre Regioni si conformino presto in modo da soddisfare una necessità che accomuna purtroppo molte madri sul territorio nazionale. Secondo alcune ricerche scientifiche solo nel 2011 è stato stimato un livello di mortalità di feti mondiale molto alto e che ha sfiorato i 2 milioni, molte di queste morti riguardano i paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi più ricchi le percentuali stanno aumentando ogni anno di più.

Nel nostro paese non esiste una normativa nazionale precisa in merito alla sepoltura fetale, ma viene lasciata alle Regioni la possibilità di disciplinare la materia e quindi di trovare una soluzione a questa grave lacuna legislativa. In Italia vengono considerati morti solo i bambini che hanno superato le 28 settimane di gestazione ossia almeno il settimo mese di gestazione, in questi casi si può dunque effettuare la classica registrazione all’anagrafe per poi procedere alla sepoltura ordinaria.

15 commenti

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  1. seppellii tra i fiori il mio secondo figlio, dopo aborto spontaneo, anche se solo di 10 settimane. Testa, occhi, cuore e arti: piccolo, ma già umano. Una madre sente la “nuova vita” appena il ciclo non si presenta e il test è positivo, se solo gli uomini potessero provare quell’iniziale sensazione che dà lo scoprirsi incinta, questa questione della sepoltura neanche esisterebbe. Ennesimo esempio a conferma di una società ancora di stampo maschilista.