Depenalizzazione aborto: il Cile s’infiamma

In alcuni paesi del mondo vige il divieto assoluto di abortire: accade in Nicaragua, nelle Honduras, a El Salvador, Haiti, Suriname, Malta e Andorra, nello Stato del Vaticano e in Cile. Proprio in Cile, però, qualche giorno fa la Camera dei deputati si è espressa a favore della depenalizzazione dell’aborto, vietato con una legge che risale al 1989, all’epoca della dittatura di Pinochet.

Proposto dalla socialista Michelle Bachelet, il disegno di legge contro l’abolizione del divieto di abortire è passato con 66 voti a favore a fronte di 44 contrari, e ora aspetta il responso del Senato per diventare legge. La legalizzazione, per la verità, non è una liberalizzazione totale, ma resta circoscritta a tre casi: si può cioè abortire solo quando la gravidanza comporta un serio pericolo per la vita della madre, quando il feto ha delle malformazioni che ne compromettono la sopravvivenza e – infine – nel caso in cui il concepimento sia frutto di una violenza sessuale. Riguardo i tempi entro cui abortire, il termine massimo è fissato a 12 settimane, che salgono a 14 nel caso in cui ad abortire siano ragazzine di età inferiore ai 14 anni.

Nonostante il progetto di liberalizzazione dell’aborto riguardi – come si vede – casi limite, di una gravità evidente, il fronte pro vita in Cile è molto forte e in questi giorni migliaia di persone stanno scendendo in piazza per protestare contro il disegno di legge: il rischio, secondo il fronte anti-abortista, è quello di aprire a un passo successivo in cui l’aborto sarà consentito senza limiti.

Secondo il messaggio diffuso dai rappresentanti della Conferenza episcopale cilena, consentire l’aborto è sempre un’offesa alla dignità dell’essere umano e una grave violenza ai danni un essere indifeso, indipendentemente dalle motivazioni. Il diritto alla vita – secondo questo punto di vista – vincerebbe su tutto e in situazioni problematiche le soluzioni vanno cercate in politiche di sostegno alla madre e nella facilitazione delle pratiche di adozione.

Voi cosa ne pensate?

 

9 commenti

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  1. Di mio sono stata sempre contraria anche nei casi più problematici perché ritengo che un feto sia già vita e che abbia bisogno d’amore anche se non “perfetto “e che debba essere accolto come un segno divino pronto per metterci alla prova ma ogni donna deve essere libera nelle proprie scelte e non giudicata ma compresa