Citomegalovirus: necessario un piano di screening

Il citomegalovirus, che appartiene alla famiglia degli herpesvirus e che di per sé non è particolarmente pericoloso, se contratto in gravidanza può arrecare seri danni al nascituro, non escluse severe disabilità (si pensi, ad esempio, alla sordità neurosensoriale non genetica, alla cecitào al ritardo psicomotorio congenito).

L’appello dell’AMCLI

Poiché in Italia, diversamente da quanto avviene in Germania e in Svizzera, non esiste un controllo sanitario autorizzato, l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) ha invocato anche per il nostro Paese la possibilità di effettuare lo screening del Citomegalovirus sia prima della gravidanza che durante i 9 mesi di gestazione. I dati, infatti, sono piuttosto allarmanti: ogni anno si registrano circa 13.000 infezioni primarie nelle donne incinte per un totale di 5.000 neonati contagiati (di cui il 15% presenta sintomi piuttosto gravi). Va rilevato, inoltre,  che in alcuni bambini la sintomatologia può comparire anche a distanza di mesi o addirittura di anni dalla nascita.

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