Bambini fuori dal carcere grazie alla Casa di Leda

Quello de La Casa di Leda è un progetto che dovrebbe prendere il via proprio in questo periodo, che si pone l’obiettivo di far uscire dal carcere i figli di donne detenute che hanno commesso reati non gravi, perché i bambini da 0 a 3 anni possano crescere in un ambiente che sia il più normale possibile.

Bambini fuori dal carcere: i passi avanti per risolvere un problema attuale

Quello dei bambini rinchiusi in prigione insieme alle madri detenute coinvolge circa quaranta minori sparsi per tutte le carceri d’Italia, quasi tutti figli di donne di etnia ROM che, non avendo fissa dimora, non sono idonee ad ottenere gli arresti domiciliari. Anche se alcuni di questi istituti dispongono di strutture denominate Icam (Istituti a custodia attenuata per detenute madri), esse fanno comunque capo all’amministrazione penitenziaria e ne seguono le restrizioni.

La Casa di Leda, intitolata a Leda Colombini, che si è sempre battuta attivamente per i diritti delle donne, è in tutto e per tutto uguale a una normale abitazione civile, con otto stanze e un giardino privato che consentirà ai piccoli ospiti di stare all’aria aperta. Una Casa Famiglia Protetta, come è indicato nel decreto attuativo della legge n. 62 del 21 aprile 2011.  

Da Rebibbia alla Casa di Leda, per far crescere i bambini fuori dal carcere

L’edificio, confiscato alla mafia, potrà ospitare sei donne che hanno commesso reati poco gravi, insieme ai loro bambini; donne che sono già state individuate e che dovrebbero trasferirvisi a breve. I costi di mantenimento saranno sostenuti in parte dal comune di Roma, che pagherà le utenze, e in parte dalla Fondazione Poste Insieme, che ne finanzierà le attività. Gli arredi, invece, sono stati donati da Ikea.

Gioia Passarelli, presidente dell’associazione A Roma Insieme, che gestirà la struttura, non nasconde la propria soddisfazione per il raggiungimento di un traguardo così importante. Un passo avanti, anche se piccolo, verso un miglioramento delle condizioni in cui vivono questi bambini, che “non devono scontare i reati commessi dalle mamme” e hanno diritto di crescere da persone libere, senza venire separati dalle genitrici.  

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