Perché l’amore materno, amica mia, strazia l’anima…

La mia amica incinta è tornata in paese da qualche giorno per un periodo di vacanza. L’ultima volta che l’ho vista era una ragazza normale, col suo lavoro e i suoi impegni universitari. L’ho guardata ed ho visto in lei una luce nuova. L’ho abbracciata ed ho sentito una calore diverso, più forte del solito, forse perché adesso è come se abbracciassi due creature in una, forse perché adesso ad abbracciarmi sono due vite in un corpo solo.

L’ho trovata grande, l’ho percepita donna. Le ho accarezzato la pancia ancora quasi invisibile e le ho detto che presto sarebbe diventata grande e tonda, che sarebbe stato sconveniente abbuffarsi di cibo ininterrottamente e che quella pancia ingombrante le sarebbe un po’ mancata dopo il parto. Le ho assicurato che la sonnolenza è un fattore comune e che in fondo è molto gratificante addormentarsi serenamente coccolando quello che ancora è un piccolo fagiolo. Le ho raccontato la bellezza del mettere al mondo un figlio, del dolore straziante del parto ma mai più lacerante dell’amore. “Perchè l’amore materno, amica mia, strazia l’anima…“.

Le ho raccontato della strana sensazione di ritrovarsi da un momento all’altro senza quel ventre tirato e duro e, al contempo, della meraviglia di avere le braccia piene di vita. Le ho detto che mai avrebbe potuto ricevere dono più grande da Dio o dal destino se si preferisce, che quello di essere donna e generare vita; che non avrei potuto augurarle cosa migliore. “Questa è l’esperienza più bella che ti possa capitare in tutta la tua esistenza, non ci saranno più dubbi al mondo per te, non ci saranno incertezze: i conti torneranno e avrai la sensazione di non aver mai vissuto abbastanza fino a quel momento lì, quello del primo abbraccio con tuo figlio…“.

Inaspettatamente lei mi ha fatto una domanda, quella domanda che solo una futura madre avrebbe potuto farmi. Mi ha chiesto proprio con queste parole: “Cosa provi guardandolo? Cosa si prova a vedere il proprio figlio?“. E proprio in quel momento lì abbiamo guardato la mia creatura correre in spiaggia con le racchette in mano. Insieme lo abbiamo osservato… e guardandolo ho perso le parole e trovato lacrime agli occhi. Guardandolo ancora una volta ho avuto l’ennesima stretta al cuore, quella di una madre innamorata e felice.

Come si fa a rispondere a quelle domande? Come si fa a trovare le parole giuste? Come si fa a dare un nome a quel sentimento potentissimo? Esiste una parola che accomuna tutti gli stati d’animo che una madre prova? Non sono riuscita a descriverle quel turbine di sentimenti che l’aspetta, non sono riuscita a dare voce a tutto quello che giornalmente io provo quando mio figlio apre gli occhi al mattino o quando sorride o si fa male.

Forse lei la mia non-risposta l’ha capita. O forse no, il punto è che presto anche lei saprà quale strabiliante vita la aspetta. Ed io ne sono stra felice.

4 commenti

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  1. Io guardando mio figlio provo un misto tra felicita’all’ennesima potenza e paura.Tanta.Perche’non so se ho fatto la scelta giusta nel farlo venire al mondo adesso.In quest’orrore senza fine.E se c’e’una cosa che vorrei e’che vivesse sempre sereno e felice….perche’il solo pensiero di una sua sofferenza mi trincia il cuore.Lo amo come mai avrei pensato fosse possibile.