Ebbene sì: come qualunque altro essere umano, il neonato è in grado di comunicare Amore. Naturalmente non usa le parole, ma il suo metodo di espressione risulta particolarmente chiaro a chi più lo ama al mondo: la sua mamma.

Infatti, attraverso l’utilizzo di gesti, sguardi, pianti e gridolini non ha filtri o segreti. Tutto è minuziosamente chiarito in una manciata di istanti, preziosissimi attimi che permettono a colei che ama di mettersi subito a sua completa disposizione, con l’importante scopo di rafforzare quel prezioso ed imprescindibile legame che la lega al suo bambino per la vita.

L’amore espresso attraverso la voce e il pianto

Il piccolo riconosce la voce della mamma sin dai primi attimi della sua esistenza: la cerca, silenziosamente la desidera e attraverso il suo ascolto il bambino è sereno e felice. Non esiste melodia più dolce per le sue piccole orecchie.

Viceversa, la mancanza di quel suono tanto amato quanto familiare lo innervosisce, lo rende suscettibile e spesso, se la sua assenza è prolungata, il bambino reagisce con il pianto. Un pianto a volte disperato, che sottintende il richiamo della sua preziosa mamma, la sua metà, il suo più grande amore.

Lo sguardo e i gesti del bebè come manifestazione di pura dedizione

Parliamo del suo sguardo. Il neonato è in grado di riconoscere il volto della mamma solo dopo poche settimane dalla nascita ed è per questo che è facile notare un bambino, anche molto piccolo, in completa ammirazione del volto della sua mamma. Chi di voi non ricorda quei piccoli occhietti pieni di luce che ti seguono ovunque vai e qualunque cosa stai facendo?

Sembra incredibile quanto intensamente e senza distrazioni i neonati possano fissarvi nelle vostre passeggiate con la carrozzina o con l’ovetto; nulla li distoglie da voi, dai vostri occhi e dal vostro tanto amato viso.

Così, quelle manine alzate ripetutamente a mo’ di sbatter d’ali, spesso accompagnate da un grande sorriso, richiamano la vostra attenzione quando improvvisamente entrate nella stanza dove c’è il vostro bambino.

Grido, perché grazie a te sono felice, mamma!

Ed infine, la meravigliosa manifestazione d’amore del vostro bambino espressa attraverso le grida di gioia.

“Grido perché ti ho qui vicino a me, perché siamo finalmente insieme“: questo è quanto vorrebbe dirvi il vostro piccolo se sapesse parlare, se solo potesse esprimere i suoi sentimenti come facciamo noi adulti. Ma data la sua tenera età il bambino si limita ad emettere gridolini gioiosi che possono trasformarsi anche in vere e proprie grida disperate o lagnose se per un motivo o l’altro vi allontanate da lui.

In questo modo la madre impara a conosce il suo bambino, sa come intervenire ad ogni sua richiesta ed implicitamente sa come renderlo felice, cosciente che i richiami del suo piccolo, in qualsiasi modo possano essere espressi, rappresentano la formulazione latente di un tanto aspirato, quanto prezioso: “Ti voglio bene, mamma!”.

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